La vita dei pigmenti: dalla materia prima alla messa in opera. Studio archeometrico sugli intonaci dipinti romani tra l’Etruria settentrionale e il mare.

Le decorazioni pittoriche degli edifici romani sono testimonianza del gusto artistico e delle tecniche dell’epoca, ma la loro realizzazione è legata ai processi economici, politici e sociali antichi. Oltre agli aspetti decorativi e iconografici, questi reperti offrono indizi preziosi sulla produzione artigianale e sulle dinamiche commerciali e sociali antiche. Sebbene numerose ricerche abbiano approfondito la classificazione stilistica e iconografica delle pitture murali, gli studi, che hanno esaminato il ciclo produttivo e il know-how tecnico necessario alla preparazione e alla stesura dei pigmenti, sono un numero minore, seppure negli ultimi anni ci sia stato un crescente interesse nel settore. Questo progetto mira a studiare il chaîne opératoire dei pigmenti impiegati nei contesti costieri e insulari dell’Etruria settentrionale romana, ricostruendo le fasi di produzione e applicazione e le implicazioni sociali, economiche e commerciali delle materie prime utilizzate, analizzando i campioni con tecniche archeometriche non invasive e micro-invasive.

Obiettivi del progetto:
1. Caratterizzazione della palette antica: identificare e descrivere i pigmenti usati, dal punto di vista chimico e mineralogico, confrontandoli con reperti dell’area romana e campana.
2. Tracciabilità delle materie prime: determinare l’origine geografica delle materie prime e mappare le rotte commerciali dei pigmenti.
3. Analisi delle tecniche di lavorazione: ricostruire le pratiche artigianali relative alla preparazione e all’applicazione dei pigmenti.
4. Creazione di un database integrato: sviluppare una banca dati con informazioni sulle caratteristiche autoptiche, microscopiche, petrografiche, chimiche e stilistiche delle decorazioni dipinte rilasciato in formato open-data.
5. Sviluppo di un protocollo d’indagine: stabilire una metodologia per analisi archeometriche applicabili in situ e in laboratorio.

Il campione di studio include frammenti provenienti da siti selezionati della fascia costiera e insulare dell’Etruria settentrionale, scelti in base alla loro rilevanza storica e accessibilità dei reperti. Il protocollo d’indagine prevederà:
1. Analisi autoptiche e microscopiche: osservazione autoptica dei campioni e mediante microscopio digitale per una prima descrizione morfologica.
2. Analisi spettroscopiche non invasive: utilizzo di spettrometria portatile (XRF, Raman, FT-IR e imaging iperspettrale) per identificare e caratterizzare i pigmenti.
3. Analisi statistiche: mediante analisi statistiche multivariate (Principal Component Analysis) sarà possibile individuare cluster di campioni con medesime caratteristiche.
4. Analisi petrografiche micro-invasive: per alcuni di campioni maggiormente rappresentativi, verranno effettuate sezioni sottili e analisi isotopiche per determinare la provenienza delle materie prime.
5. Campionamento geologico: prelievo di campioni geologici dalle potenziali aree di approvvigionamento per verificare l’affinità delle materie prime con quelle impiegate nei contesti selezionati.

Riferimenti per le immagini:
Benetti, I., Fabiani, F., Genovesi, S., & Puntin, M. (2024). Il Primo Stile in Etruria settentrionale. Nuove testimonianze dagli scavi di via San Zeno a Pisa. AIRPA VII. LA PITTURA PARIETALE IN MUSEO, Ostia antica (20-22 giugno 2024).

Progetto a cura di:
Massimiliano Puntin
massimiliano.puntin@uniroma1.it

X