Gli Studi Postcoloniali sono un campo di ricerca ancora poco esplorato in Italia e quasi sconosciuto in archeologia. Fare approdare l’archeologia italiana all’interno di questi studi non vuol dire solamente fare i conti con l’uso colonialista della disciplina, ma significa, in senso più ampio, essere consapevoli che le categorie conoscitive, i modi di comprensione e gli strumenti del pensiero sociale moderno, e, quindi, anche quelli dell’archeologia, sono pervasi dalla logica eurocentrica, imperialista e razzista del potere colonialista. Partendo da questi assunti, la declinazione archeologica della critica postcoloniale ha iniziato a riflettere su come la disciplina costruisca le narrazioni sulle società studiate e su come la presunta egemonia economica e culturale dell’Europa e la nozione di progresso europeo, come principale parametro di giudizio nei confronti delle restanti culture del pianeta, abbiano influenzato il modo in cui scriviamo la storia.

Per esplorare il rapporto tra studi postcoloniali e  archeologia il corso magistrale di Teoria e Metodi organizza due seminari sull’argomento:

Martedì 15 novembre 2022 alle ore 16.00 in Aula G6 (via Trieste 38, Pisa), Simona Troilo (Università degli Studi dell’Aquila) parlerà dell’archeologia coloniale italiana nel lungo periodo compreso tra 1899 e 1940 presentando il suo libro Pietre d’oltremare. Scavare, conservare, immaginare l’Impero (1899-1940).

Martedì 29 novembre 2022 alle ore 16.00 in Aula G6 (via Trieste 38, Pisa), Maria Pia Guermandi presenterà il suo libro Decolonizzare il patrimonio. L’Europa, l’Italia e un passato che non passa e illustrerà come un approccio critico al patrimonio archeologico e culturale debba partire dalla comprensione del passato coloniale europeo e italiano, per poter sperimentare un uso più democratico e consapevole del patrimonio stesso.

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